Nadia Battocletti argento nei 10.000 ai Mondiali di Tokyo 2025: Jacobs vola in semifinale

Argento storico per Battocletti: record italiano e gara da leader

La notte di Tokyo porta un argento pesantissimo all’atletica italiana. Nadia Battocletti, 25 anni, ha agguantato il secondo posto nei 10.000 metri ai Mondiali 2025 e ha riscritto ancora una volta il record nazionale. È la sua prima medaglia iridata in carriera e arriva al culmine di una stagione in cui ha mostrato una crescita costante, gara dopo gara.

La finale è stata tattica, nervosa, a strappi. Dopo un avvio coperto, il ritmo si è alzato attorno a metà gara, con il gruppo di testa che si è sfilacciato ai 7 km. Battocletti è rimasta lì, nella zona calda, attenta a ogni cambio, senza sprecare nulla. Negli ultimi due giri ha risposto all’accelerazione decisiva, ha stretto i denti sul rettilineo e ha messo in cassaforte un argento che vale quanto una vittoria per il percorso che l’ha portata fin qui.

Il record italiano? Ritoccato con autorevolezza. Non è un dettaglio di contorno: abbassare il primato nel giorno della finale mondiale significa saper soffrire quando conta e trasformare la pressione in spinta. E la cornice non era semplice: umidità alta, pista calda, avversarie con personali da brividi e un’andatura che ha punito chi ha sbagliato anche solo un cambio di passo.

Già nel 2025 Nadia aveva lasciato segnali chiari. A inizio estate si era presa il primato nazionale dei 5.000 (14:23.15 del 6 giugno) e nell’arco dell’anno ha migliorato più volte i propri limiti. La progressione non è casuale: gestione perfetta del chilometraggio, lavori di qualità curati, attenzione maniacale ai dettagli tra raduni, recupero e programmazione. Il risultato è una continuità che l’ha portata stabilmente ai vertici del ranking mondiale tra 10.000 e 5.000.

Il valore tecnico dell’argento di Tokyo sta anche nella lettura tattica. Battocletti ha scelto di non forzare nelle fasi centrali, ha difeso le traiettorie interne, e ha tenuto il contatto in ogni momento chiave. Quando è arrivato il momento di rischiare, lo ha fatto con lucidità: progressione lunga, ampiezza di falcata, braccia compatte. Un manuale di gestione gara, che conferma il salto di qualità già visto nelle rassegne europee dove è diventata due volte campionessa continentale.

Per l’Italia è un segnale forte nelle prove di mezzofondo. La tradizione azzurra aveva già firmato pagine importanti, ma la medaglia mondiale nei 10.000 femminili è il timbro di una generazione che sa stare davanti anche quando il livello globale si alza. E non è solo un capitolo isolato: è la tessera di un mosaico che si allarga con risultati in linea retta da due stagioni.

Jacobs in spinta: semifinale raggiunta e sensazioni in crescita

Nel programma serale è arrivata anche la promozione di Marcell Jacobs, che ha superato i turni dei 100 metri con una batteria pulita e controllata. Partenza reattiva, seconda parte in progressione, spinta finale senza forzare più del necessario: quanto basta per mettere il nome nella lista dei semifinalisti e tenere energia per il doppio appuntamento di domani.

Il passaggio del turno non era scontato per il livello del parterre. Jacobs ha mostrato segnali incoraggianti nel lanciato, il tratto che storicamente fa la differenza per lui quando la condizione è quella giusta. La semifinale sarà un esame vero: blocchi da interpretare al millimetro, vento da leggere, gestione della corsia. Ma l’impressione è che il campione olimpico abbia messo in fila le priorità al momento giusto.

Il quadro azzurro a Tokyo, insomma, è solido. Mezzofondo in prima pagina con l’argento di Battocletti e velocità in scia con Jacobs che avanza, mentre il resto della squadra lavora per sfruttare la scia positiva nelle specialità tecniche e nelle staffette. La rassegna è lunga, e la serata giapponese ha già dato un’idea chiara: l’Italia è nella discussione che conta.

Cosa cambia da oggi? Per Battocletti, la conferma di poter giocare per il podio in ogni grande finale dei 10.000 e dei 5.000. Per Jacobs, la possibilità di accendere il motore dei 100 quando la tensione sale e gli avversari mostrano le carte. Per il movimento, un segnale alla base: programmazione, pazienza e qualità del lavoro pagano, anche quando il livello mondiale si alza di un gradino.

Prossime ore calde a Tokyo: attesa per la semifinale e, si spera, una finale dei 100 da brividi; attenzione ai recuperi del mezzofondo e alla gestione delle staffette. L’argento di Nadia ha acceso la miccia. Ora tocca al resto della spedizione tenere la fiamma alta.

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