A Napoli il convegno 'Rialziamoci in Salute': biologi e politica insieme per riformare la sanità
Il 11 novembre 2025, a Napoli, centinaia di professionisti della salute si sono riuniti nel convegno "Rialziamoci in Salute. La sfida della Campania per tornare grandi" per chiedere un cambio di passo nella sanità italiana. Non era un semplice incontro tecnico: era un appello urgente, fatto di dati, testimonianze e un emendamento concreto che potrebbe cambiare la vita a migliaia di giovani specializzandi. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB), guidata da Vincenzo D'Anna, ha fatto da traino, insieme all'Ordine dei Biologi di Campania e Molise, mentre la politica ha risposto con un segnale chiaro: Marta Schifone, deputata, ha annunciato l’approvazione di un contributo annuale di 4.773 euro per gli specializzandi delle scuole pubbliche. E non è stato un gesto simbolico.
La sanità non è più solo medicina: la biologia è al centro
"La sanità è diventata multidisciplinare" ha detto Vincenzo D'Anna durante il suo intervento. "E la biologia non è più un supporto: è il motore". Non si trattava di retorica. Nelle sale del convegno, si parlava di genomica applicata ai tumori rari, di test diagnostici basati su RNA messaggero, di terapie personalizzate che oggi si possono progettare su misura per il DNA di un paziente. Bruno Accarino, radiologo e segretario campano del sindacato radiologico, ha ricordato che i biologi sono già presenti nei laboratori di imaging avanzato, ma non hanno voce in capitolo nelle decisioni cliniche. "Siamo quelli che leggono i segnali prima che diventino sintomi" ha aggiunto, con un tono che non lasciava spazio a dubbi.
La Federlab Italia, rappresentata da Gennaro Lamberti, ha portato la voce dei professionisti del settore ambulatoriale. "Abbiamo centinaia di laboratori privati in Campania che fanno analisi di alta precisione, ma non sono riconosciuti come parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale". È qui che nasce la frattura: il sistema pensa ancora a medici e infermieri come unici attori, ma i dati dicono altro. Nel 2024, il 38% dei test diagnostici in Campania è stato eseguito da biologi, ma solo il 12% di loro ha un contratto stabile in strutture pubbliche.
L’emendamento Schifone: un passo, ma non basta
Il momento più atteso è stato l’intervento della deputata Marta Schifone. Ha presentato l’emendamento alla Legge di Bilancio 2025 che, se approvato, garantirà un sostegno economico diretto di 4.773 euro l’anno a ogni specializzando iscritto alle scuole di specializzazione pubbliche. Un numero preciso, non approssimativo. Un aiuto che copre quasi il 70% del costo medio di un corso di specializzazione in biologia clinica. "Non è un sussidio, è un investimento" ha detto Schifone. "Oggi un giovane che sceglie la biologia sanitaria deve scegliere tra la passione e la sopravvivenza. Non possiamo permetterlo".
Ma il vero colpo è stato il riconoscimento del decreto sul riordino delle professioni sanitarie, già pronto per l’esame del Parlamento. "Questo decreto non è un aggiustamento tecnico" ha spiegato Martina Schifone. "È la prima volta che la legge riconosce i biologi come professionisti a pieno titolo, con competenze autonome, non subordinate al medico". Per la prima volta, un biologo potrebbe prescrivere test diagnostici in autonomia, gestire laboratori di genomica, collaborare direttamente con i medici di base senza passare per un medico di riferimento. Un cambio di paradigma.
Il ruolo del governo: tra parole e fatti
Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha confermato l’impegno del governo. "Abbiamo già avviato un percorso con i farmacisti sulla farmacia dei servizi, ora è il turno dei biologi" ha detto, riferendosi all’intesa siglata tra FNOB e la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. Ma la sua presenza, sebbene importante, ha lasciato un senso di incompiutezza. Non ha annunciato date per l’approvazione del decreto, né ha parlato di risorse aggiuntive per i laboratori pubblici. "Le parole sono importanti, ma senza fondi non si va da nessuna parte" ha commentato un partecipante, chiedendo di restare anonimo.
Il convegno ha anche messo in luce il divario tra Nord e Sud. In Lombardia, il 54% dei laboratori clinici è gestito da biologi. In Campania, appena il 21%. "Non è una questione di competenze, è una questione di investimenti" ha detto Sebastiano Di Biase dell’Associazione "Zoè Specialistica". "A Napoli abbiamo tecnologie all’avanguardia, ma mancano gli stipendi, i contratti, la visibilità".
Cosa succede ora? Il calendario della riforma
Il decreto sul riordino delle professioni sanitarie è atteso in Aula alla Camera entro la fine di gennaio 2026. La Commissione Sanità dovrà esaminarlo entro il 15 dicembre. Se passa, sarà la prima riforma strutturale delle professioni sanitarie dal 2006. La FNOB ha già avviato un tour nazionale per sensibilizzare i senatori, con tappe a Roma, Torino e Bologna. L’obiettivo? Far sì che il riconoscimento non rimanga solo un testo legale, ma diventi una realtà operativa.
Intanto, il video integrale dell’evento, pubblicato il 13 novembre 2025 sul canale YouTube FNOB TV, ha superato già 87.000 visualizzazioni. I commenti sono pieni di giovani biologi che scrivono: "Finalmente qualcuno ci ascolta".
Frequently Asked Questions
Perché il contributo di 4.773 euro è così importante per gli specializzandi?
Il contributo copre quasi il 70% del costo medio di un corso di specializzazione in biologia clinica, che in Italia può arrivare a 7.000 euro l’anno. Per molti giovani, questa somma è l’unica possibilità di non abbandonare la formazione per lavorare. Senza questo sostegno, la Campania rischiava di perdere intere generazioni di biologi qualificati, già oggi in forte fuga verso il Nord Europa.
Cosa cambierà per i biologi con il nuovo decreto sul riordino?
Per la prima volta, i biologi potranno prescrivere esami diagnostici autonomi, gestire laboratori di genomica e collaborare direttamente con i medici di base senza passare da un medico referente. Non saranno più "assistenti" ma professionisti a pieno titolo, con responsabilità cliniche riconosciute dalla legge. Un cambio di status che avrà impatto su diagnosi precoci, terapie personalizzate e riduzione dei tempi di attesa.
Perché la Campania è al centro di questa battaglia?
La Campania ha uno dei tassi più alti di malattie croniche e tumori in Italia, ma anche uno dei sistemi sanitari più frammentati. I biologi operano in laboratori privati e pubblici, ma senza riconoscimento istituzionale. L’evento di Napoli ha messo in luce come la regione sia un laboratorio vivente di innovazione, ma anche di disuguaglianza: qui la competenza esiste, ma mancano i contratti e i finanziamenti.
Quali settori della biologia stanno rivoluzionando la sanità?
La genomica, la biotecnologia e la medicina personalizzata sono i tre pilastri. I biologi oggi analizzano il DNA di un paziente per capire quale farmaco funziona meglio, prevedono rischi genetici prima che si manifestino sintomi, e sviluppano test rapidi per malattie infettive emergenti. In Campania, già si usano test di sequenziamento per il cancro al seno, con risultati che riducono i tassi di recidiva del 30%.
Chi ha partecipato al convegno oltre ai biologi?
Oltre alla FNOB e all’Ordine dei Biologi di Campania e Molise, hanno partecipato Federlab Italia, l’Associazione Zoè Specialistica, il sottosegretario Marcello Gemmato, la deputata Marta Schifone e il radiologo Bruno Accarino. La presenza di figure politiche e di professionisti di altri settori ha dato all’evento un carattere di convergenza: non è più una battaglia di categoria, ma un movimento per una sanità più moderna e inclusiva.
Cosa succederà se il decreto non viene approvato?
Se il decreto viene bloccato, i biologi rischiano di rimanere invisibili nel sistema sanitario nazionale. La formazione continuerà a essere costosa e poco sostenibile, i laboratori privati non potranno essere integrati ufficialmente, e l’Italia perderà competitività in ambiti strategici come la medicina personalizzata. La fuga di cervelli verso la Germania o la Francia, già in corso, si intensificherà.